Grandi carnivori, confronto fra Trentino e Parigi sulla gestione

Delegazione dell’Ufficio francese per la Biodiversità in visita al Parco naturale Adamello Brenta

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La sede del Parco naturale Adamello Brenta ha accolto stamani una delegazione dell’OFB, l’Ufficio francese per la biodiversità, con le funzioni di «Agenzia nazionale per l’ambiente». Una visita conoscitiva, finalizzata alla raccolta delle buone pratiche di gestione dei grandi carnivori. La delegazione è stata accolta dal presidente e dal direttore del Parco, Walter Ferrazza e Matteo Viviani, accompagnati dai rappresentanti degli uffici tecnici interni alla struttura e provinciali.
 
L’assessore provinciale alle foreste e grandi carnivori, Roberto Failoni ha rimarcato il valore del confronto con altre realtà europee su un tema così importante, anche con l’obiettivo di aprire un dialogo con Bruxelles: «Unendo le forze e mettendo in luce le istanze comuni potremo avere un maggiore peso a livello europeo, affinché la normativa vigente possa essere rivista tenendo conto delle diverse situazioni con cui le comunità locali sono chiamate a confrontarsi».
 
La valorizzazione della biodiversità viene ritenuta importante quanto la tutela della sicurezza delle persone, che va garantita anche attraverso la rimozione degli orsi pericolosi.
L'Ufficio francese per la biodiversità (OFB) funge da capofila della rete dei Parchi nazionali locali attraverso il coordinamento delle strategie scientifiche, l'elaborazione di protocolli per il monitoraggio delle specie e degli ambienti naturali, la raccolta dei dati e la valorizzazione delle competenze del personale.
Al Parco naturale Adamello Brenta, gli esperti francesi hanno chiesto di presentare l’esperienza trentina sviluppando alcuni aspetti cruciali, come la conoscenza e la gestione di orsi e lupi, la prevenzione del conflitto fra animale e uomo e la gestione della comunicazione e dell’informazione per la coesistenza.
 

 
Il presidente Ferrazza ha ringraziato gli ospiti per l’importanza di un confronto «europeo» su temi così importanti, presentando il Parco come una realtà «abitata», con un milione di visitatori ogni anno: «Questo è un aspetto che cambia completamente le dinamiche e i rapporti di coesistenza tra uomo e fauna del Parco stesso» ha sottolineato il presidente, che ha quindi illustrato il progetto Life Ursus (concluso nel 2004) partendo dal senso per cui era stato concepito, ovvero la difesa della biodiversità in un’area fortemente antropizzata.
«L’uomo non può e non deve decidere quale tassello della biodiversità vada eliminato - ha affermato il presidente Ferrazza, - soprattutto perché non abbiamo gli strumenti per capire quale sia il tassello a cui possiamo rinunciare. Oggi ci troviamo, dopo vent’anni, a gestire una situazione dove è stata persa l’occasione di coordinare al meglio il rapporto di coesistenza».
 
Dopo il passaggio della competenza alla Provincia autonoma di Trento, il Parco ha comunque continuato ad occuparsi della presenza dei plantigradi sul territorio, soprattutto in termini di comunicazione.
«Oggi l’idea di gestione è diversa - ha spiegato Ferrazza - una visione più unitaria tra Parco e Provincia, dove l’intenzione della governance è di condividere un atteggiamento comune per dare una risposta unanime ai problemi di convivenza».
 
È un lavoro straordinario quello che, negli ultimi anni, le strutture tecniche del Parco e della Provincia hanno portato avanti con la prospettiva di un grande progetto dall’innegabile rilevanza scientifica e trasformandolo in una vera e propria missione.
«Oggi, siamo chiamati a scrivere nuove regole, a prenderci nuove responsabilità nei confronti di chi vive e di chi ospitiamo - ha detto il presidente Ferrazza. Dobbiamo ragionare in termini futuribili, ma le risposte devono arrivare in tempi brevi, come l’idea di riesumare un progetto del 2011 che prendeva la volontà di intervenire con un limite di soglia sociale massima di orsi sul territorio».
 
L’obiettivo primario rimane l’informazione ai cittadini e su questo sia la Provincia sia il Parco hanno concentrato attenzione e risorse. Ne ha parlato in particolare l’assessore provinciale Failoni affiancato dal dirigente del Servizio Faunistico Alessandro Brugnoli, ricordando l’impegno nel trasmettere alla cittadinanza le regole di coesistenza con l’orso.