Elezioni provinciali, intervista al presidente Ugo Rossi
«Il nostro progetto politico ha prodotto risultati positivi in anni complessi» – «Neanche il PD sa spiegare perché ha lasciato la coalizione» – «Più Trentino, più Autonomia»
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Presidente Rossi, quali sono i risultati che lei ritiene più importanti della legislatura che lei ha guidato?
«Gliene dirò 5, cominciando dal Patto di Garanzia del 2014.
«Si tratta del più importante accordo finanziario sottoscritto con lo Stato, con il quale abbiamo modificato lo Statuto di Autonomia. Ecco, questo rappresenta uno dei risultati più significativi della Legislatura.»
Gli elettori forse non guardano in profondità i retroscena della politica, anche quando sono vitali per la stessa esistenza dell’Autonomia. Potrebbe illustrarli?
«Il Patto di Garanzia definisce le modalità di concorso della Provincia autonoma di Trento al risanamento della finanza pubblica nazionale, legando tale concorso alle evoluzioni dei tassi di interesse sul debito pubblico.
«Si tratta quindi di un elemento di grande stabilità finanziaria, che permette all’amministrazione provinciale di poter contare su risorse certe per il futuro.
«La Corte Costituzionale ha riconosciuto l’esaustività del concorso previsto dall’accordo (senza il nostro assenso non possono essere richiesti ulteriori contributi), nonché il suo rango costituzionale e l’impossibilità da parte dello Stato di modificarlo senza il consenso della Provincia.
«All’uomo della strada può sfuggire l’enormità di questo accordo, ma è così che abbiamo blindato l’Autonomia.»
Questo accordo però ha aperto la strada ad altre competenze, affidate alla Nostra Autonomia a titolo oneroso per la Provincia.
«Questo infatti è il secondo punto di cui vado orgoglioso.
«Ricordo che in questa Legislatura abbiamo modificato lo Statuto ben quattro volte: introducendo nel nostro ordinamento il Patto di Garanzia, di cui abbiamo appena parlato, abbiamo ottenuto la competenza esclusiva in materia di finanza locale e tributi locali immobiliari (grazie alla quale abbiamo potuto istituire l’IMIS) e la competenza a legiferare sulle modalità, le procedure e i criteri per l’assegnazione delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche.
«E abbiamo introdotto - con legge costituzionale - maggiori tutele a favore della minoranza linguistica ladina (garanzie di rappresentanza e riconoscimento del Comun General de Fascia).
«Infine abbiamo approvato 20 norme di attuazione dello Statuto, grazie alle quali abbiamo acquisito importanti competenze in tema di contratti pubblici e appalti, delega di funzioni amministrative e organizzative sulla giustizia, commercio e urbanistica commerciale, gestione del Parco Nazionale dello Stelvio, esercizio venatorio ecc.»
Il terzo punto di forza?
«Direi senza ombra di dubbio la riduzione della pressione fiscale, perché in questa Legislatura abbiamo introdotto una serie di importanti misure di carattere fiscale:
• agevolazioni fiscali a favore delle imprese aggiuntive rispetto a quelle nazionali (sconti IMIS e IRAP: si tratta di circa 72 milioni all’anno sull’IRAP e 23 milioni all’anno sull’IMIS);
• eliminazione addizionale regionale IRPEF per soggetti con reddito fino a 20.000 euro;
• contributi - anche nella forma del credito di imposta – alle imprese virtuose e/o che innovano;
• misure di compensazione fiscale a sostegno degli investimenti al di sotto dei 300.000 euro.
«Non credo che siano misure da poco.»
Questo riguarda persone fisiche e giuridiche. Ma per la gente comune? Le famiglie?
«Beh, abbiamo dedicato molta attenzione anche alle famiglie con l’adozione di numerose e importantissime misure. Credo che valga la pena ricordare le principali.
• introduzione dell’assegno unico provinciale (tra le diverse azioni, vi sono anche misure volte al sostegno alle famiglie e ai figli);
• reddito di garanzia;
• assegno regionale al nucleo familiare (27.000 famiglie coinvolte per 30 milioni di euro complessivi);
• riduzione canoni di affitto;
• abbattimento delle tariffe degli asili nido e misure volte ad eliminare le liste di attesa;
• assegno di cura;
• interventi di conciliazione famiglia-lavoro;
• Piano Risparmio casa (sostegno all’acquisto della prima casa) ed eliminazione IMIS sulla prima casa (escluse le case di lusso).
«Per molti versi abbiamo anticipato di anni le iniziative dello Stato e anzi alcune di queste resteranno peculiari della nostra autonomia.»
Credo di poterle annunciare io il quinto punto di cui può andare fiero, la scuola. Io ritengo che l’introduzione della seconda e della terza lingua nelle scuole sia fondamentale in un Paese che crede nell’Europa.
«Come sa, nella Legislatura che si sta concludendo, mi sono attribuito la delega all’Istruzione proprio per poter realizzare l’importante programma che avevo annunciato in Campagna elettorale. E credo di essere andato oltre E di aver contribuito molto a realizzare una scuola all’avanguardia.
«Partendo dal presupposto che una società competitiva che guarda con fiducia al futuro non possa prescindere da una scuola innovativa e di qualità e da forti investimenti nell’ambito dell’istruzione, in questa Legislatura abbiamo adottato le seguenti misure.
• Introduzione del Piano Trentino Trilingue;
• avvio del sistema di formazione duale, anche attraverso incentivi alle imprese e ai docenti;
• rinnovo dei contratti e piano straordinario di stabilizzazione degli insegnanti (1.994 persone stabilizzate, 776 in più rispetto alla Legislatura precedente);
• innovazione didattica attraverso l’adozione del Piano Scuola digitale;
• miglioramento dei modelli di inclusione degli studenti con bisogni educativi speciali;
• efficientamento e messa in sicurezza degli edifici scolastici;
• politiche per l’inclusione e lo sviluppo della cittadinanza attiva;
• percorsi di formazione per i docenti.
«Chiunque sia a portare avanti la prossima Legislatura, potrà andare fiero dello stato della scuola trentina.»
La riforma della scuola ormai va avanti da sola?
«Se vuol dire che non si torna indietro, certamente sì. Ma il completamento del Piano Trentino Trilingue è necessario. Non sono cose che si fanno in una sola legislatura.»
La scuola non è solo trilinguismo…
«Certo che no. Va rafforzato il sistema duale, cioè l’alternanza scuola lavoro, così come i rapporti tra scuola e ricerca.
«Ma è importantissimo promuovere la conoscenza della storia locale e macroregionale;
«Non sarebbe male avviare una scuola per l’alta formazione dell’amministrazione pubblica, vista la peculiarità dell’Autonomia»
Quindi siamo entrati nel vivo del programma. Una volta rieletto, pensa di consolidare i risultati o di fare qualcosa di molto più ampio?
«Come ha visto, io ritengo che alla base di tutto ci sia una forte e consolidata Autonomia. Di conseguenza, mi batterò per un’Autonomia ancora più forte. Alcune regioni italiani vicine al Trentino hanno capito che la nostra esperienza è esportabile s stanno avanzando istanze in tal senso allo Stato. Per questo voglio che il Trentino sia sempre all’avanguardia come una sorta di apripista, non solo in Italia ma anche in Europa.»
Siamo in campagna elettorale. Vuole scendere nei dettagli?
«Li ho codificati nel mio programma elettorale che, come si è visto, io mantengo sempre. Eccone alcuni.
• Accelerare le procedure di riforma dello Statuto (meccanismo dell’Intesa) e di sviluppo delle nostre competenze (norme di attuazione);
• Consolidare e valorizzare la tutela delle minoranze linguistiche;
• Proseguire nel rafforzamento dei rapporti istituzionali con Bolzano;
• rafforzamento dell’EUREGIO e dell’impegno della Provincia nei progetti europei di cooperazione territoriale, nonché miglioramento dei rapporti con le
• altre Regioni alpine;
• Introdurre nuove forme di democrazia partecipativa;
Pensa di riuscire a far ottenere altre competenze alla Provincia?
«Certo, fa parte del consolidamento dell’Autonomia di cui ho parlato sopra. Vanno adottate norme di attuazione nei seguenti ambiti ritenuti prioritari e strategici per lo sviluppo dell’Autonomia e per il miglioramento del nostro sistema istituzionale.
• delega di funzioni in materia di agenzie fiscali;
• revisione degli estimi catastali;
• ordinamento finanziario statutario;
• orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali in ragione delle peculiarità ambientali e culturali della comunità trentina;
• ordinamento degli uffici regionali e provinciale del personale;
• fasce di rispetto relative alla viabilità stradale in ragione delle specificità orografiche, paesaggistiche e ambientali che caratterizzano il territorio;
• connettività e coordinamento dei sistemi informativi e informatici al fine di valorizzare le peculiarità organizzative, amministrative e gestionali della Provincia autonoma di Trento
In tema di economia, c’è ancora spazio di manovra?
«Le politiche innovative volte alla valorizzazione del territorio saranno portate avanti sempre, fanno parte della nostra peculiarità, così come continueranno misure selettive finalizzate a sostenere le imprese virtuose che innovano e investono.
«Poi va facilitato l’ingresso al credito per le micro e le piccole imprese… Vanno incentivati i processi a filiera corta, migliorati i rapporti Università-imprese… Vanno favorite le imprese trentine negli appalti…»
A proposito, la semplificazione andrà avanti?
«Certo. La riduzione dei vincoli burocratici per le imprese continua. È fondamentale per l’intero paese.»
Le politiche per la famiglia?
«Anzitutto il sostegno della natalità. Si tratta di conciliare il rapporto famiglia/lavoro. Quindi servono nuovi asili nido o servizi equivalenti (Tagesmutter). La copertura al 100% dei servizi per la prima infanzia dai 0 ai 3 anni e la revisione del ticket sanitario e dell’assegno familiare per i minori nel primo anno di età.
«Va anche introdotta l’istituzione di un quoziente familiare per azzerare l’imposizione fiscale legata alla presenza di figli o, in alternativa, 100 euro al mese dal secondo figlio fino a 18 anni.
Non ci sono solo bambini…
«Infatti intendo avviare il modello Risparmio Casa, attraverso il coinvolgimento dei fondi pensione. E poi il sostegno agli anziani attraverso politiche di cohousing e misure volte a indirizzare l’assistenza verso servizi alternativi rispetto alla casa di riposo. Il sostegno ai disabili, anche con politiche di integrazione nella scuola e nel mondo del lavoro.
«Svilupperò il progetto di inserimento professionale rivolto agli aderenti al cosiddetto Progettone.
Lo spopolamento dei centri periferici?
«Vanno create le condizioni affinché le persone possano continuare a permanere nelle valli e nei paesi di montagna. E in gran parte giocano a favore il business del turismo e la banda larga che consente alla gente di non dover più scendere al capoluogo per svolgere qualsiasi pratica.
«Ma si continuerà su questa strada.»
Enti locali? Kessler diceva che l’autonomia va gestita sul territorio.
«Ho avviato la semplificazione della riforma istituzionale. E, con il superamento delle Comunità di valle e il trasferimento delle rispettive competenze ai Comuni, ho portato equilibrio alla sovranità degli enti locali e previsto piuttosto prevedendo una gestione sovracomunale.
«Si va avanti sulla strada delle fusioni comunali e un coinvolgimento più attivo degli stessi Comuni.
«Ho in fieri l’assegnazione di quote fisse del gettito provinciale agli enti locali senza vincolo di destinazione, in aggiunta ai finanziamenti ordinari.
«E, infine, l’introduzione di un software unico obbligatorio per tutti i Comuni.
Come vuole commentare l’uscita del partito Democratico dalla Coalizione? Cosa è successo? Chi ha sbagliato qualcosa?
«Si tratta di una decisione difficilmente comprensibile, soprattutto perché è stata presa senza avere contestualmente elaborato alternative credibili o un chiaro progetto di rinnovamento sul quale discutere e confrontarsi. Si è quindi dimostrata una scelta contro qualcuno, piuttosto che per qualcosa.
«Questo salto nel buio per il mio partito non era accettabile, perché voleva dire mettere strumentalmente in discussione un progetto politico che - a detta di tutti - aveva prodotto risultati positivi in anni complessi.
«In questi mesi, abbiamo anche cercato di comprendere quali fossero i motivi politici di questa posizione. Non sono stati in grado di dircelo. È stato invocato un generico rinnovamento, al quale non sono seguite le conseguenti azioni.
«Con coerenza e convinzione, abbiamo quindi deciso di presentarci autonomamente agli elettori, forti della nostra storia, della nostra esperienza amministrativa e delle nostre competenze, nell’esclusivo interesse del Trentino e dell’Autonomia.»
Corre voce che dopo le elezioni il PATT si accorderà con il Centrodestra. Cosa mi risponde?
«Le rispondo che è un’affermazione priva di ogni fondamento. Il PATT non ha intenzione di allearsi con nessuno.
«L’unico obiettivo è quello di salvaguardare, consolidare e valorizzare l’Autonomia, garantendo che le decisioni siano prese sul territorio - indipendentemente dalle logiche nazionali - e nell’esclusivo interesse del Trentino. Sarà questa la nostra mission per la prossima Legislatura.»
Se dovesse coniare uno slogan per la sua campagna elettorale, quale sarebbe?
«Più Trentino, Più Autonomia.»
G. de Mozzi