Presidente Mattarella: «Mission Impossible»

Inizierà le consultazioni mercoledì 4 aprile con Istituzioini e FdI e le concluderà giovedì ricevendo PD, Forza Italia, Lega e Movimento Cinque stelle

Come abbiamo già scritto, mercoledì 4 aprile cominciano al Quirinale le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Ma diciamo subito che si tratta di un lavoro improbo per il Presidente della Repubblica.
Contrariamente ai tempi della Prima Repubblica, le consultazioni dureranno solo due giorni perché le formazioni politiche sono poche.
Dopo aver ascoltato i presidenti di Camera e Senato e l’ex presidente Napolitano, le consultazioni vere e proprie si apriranno con il Gruppo per le Autonomie (SVP-PATT e UV) del Senato, seguite dai gruppi misti del Senato e della Camera. La giornata di mercoledì si chiuderà con Fratelli d’Italia, attesi sul colle per le 18.30.
Ma il giorno più lungo sarà giovedì 5 aprile, quando Mattarella incontrerà il PD, seguito da Forza Italia (compreso il suo leader Berlusconi). Verso mezzogiorno sarà la volta della Lega. Per ultimo, alle 16.30, riceverà il Movimento 5 Stelle.
 
Va da sé che i giochi saranno fatti da Salvini e Di Maio, che entrambi – a vario titolo – vorranno ricevere l’incarico di cercare di formare un governo. E qui infatti cominciano i problemi.
Di Maio sostiene di essere leader del partito che ha preso più voti, Salvini invece vanta di è stato eletto leader del Centrodestra, che ha preso ben più voti dei 5 Stelle.
In realtà, però, nessuno dei due ha la maggioranza. E, se scegliere i presidenti di Camera e Senato è stato facile perché le poltrone erano due, a Palazzo Chigi è tutta un’altra musica perché serve una maggioranza assoluta che dia la fiducia al Presidente del Consiglio.
Abbiamo visto che Di Maio e Salvini hanno politicamente trovato una certa comunità di intenti, ma il fatto che la poltrona sia una sola, potrebbe mettere entrambi in posizione di stallo.
 
È bene ricordare con precisione la suddivisione dei seggi, conteggio molto più importante delle percentuali.
Alla Camera, su un totale di 630 seggi, contiamo 222 M5S, 125 Lega, 111 PD, 104 Forza Italia, 36 del Gruppo misto e 32 dei Fratelli d’Italia.
A ben vedere, dunque, i numeri ci sarebbero, ma le impedenze trasversali sono quasi insormontabili.
Il 5 Stelle vorrebbe andare al governo col solo appoggio della Lega, perché Berlusconi ha svolto una campagna stampa piuttosto dura nei confronti del movimento. I Numeri ci sarebbero anche senza Berlusconi, ma per Salvini significherebbe rompere con il Centrodestra.
Per contro, Forza Italia e PD insieme – alleanza paventata sulla carta prima delle elezioni proprio come soluzione in extremis – avrebbero solo 215 seggi: meno dei 5 Stelle da soli.
 
Insomma, comunque la si voglia vedere, l’unica strada per questa legislatura è l’accordo tra Salvini (con l’intero Centrodestra) e il Movimento 5 Stelle.
Certo è che per chi ha seguito la campagna elettorale un’unione di questo genere sembrerebbe impossibile. I 5 Stelle hanno sempre giurato che non si sarebbero legati con nessuno, mentre Berlusconi – come abbiamo visto – ha una bassissima considerazione dei 5 Stelle.
Ma visto che la Politica è l’arte del possibile, accettiamo per un attimo che si vada verso il matrimonio Salvini-Di Maio. Domanda: chi farà il Presidente del Consiglio? O meglio: chi accetterà di non essere il presidente?
Se Di Maio ricevesse l’incarico e andasse a fare la questua, potrebbe davvero trovare 94 di seggi? Difficile.
Se l’incarico lo ricevesse Salvini, potrebbe davvero trovare i 55 seggi che gli mancano? Improbabile.
 
Sulla carta dunque la situazione si presenta di difficile soluzione e Mattarella dovrà fare ricorso alla massima creatività politica del Colle per trovare la quadra.
Senza un accordo tra Salvini e Di Maio le soluzioni che rimangono sono due.
La prima è quella di un presidente istituzionale, cioè virtualmente neutro, capace di reggere due forze così incompatibili come quelle che abbiamo visto.
La seconda è quella di tornare al voto. E anche questa è un’ipotesi difficile da immaginare, perché i parlamentari appena usciti da una campagna elettorale sono stressati e l’ultima cosa che vogliono è il ritorno alle urne.
Immaginare come andranno a finire le cose, a questo punto è puro azzardo. Lasciamo che Mattarella faccia la sua parte e stiamo a vedere se la sua sarà davvero una mission impossible.

G. de Mozzi.

Visto che, nell’economia dell’articolo, abbiamo riportato i seggi della Camera, ritenendo di fare cosa utile riportiamo qui di seguito anche i seggi del Senato.
Fratelli d'Italia 18, Lega-Salvini Premier 58, MoVimento 5 Stelle 109, Partito Democratico 52, Per le Autonomie (SVP-PATT, UV) 8, Misto 12, per un totale di 318 seggi.