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Vallarsa: 98 Terrazze, la prima pietra da cui ripartire

Dal 1° al 3 luglio si sono ritrovati nella frazione di Valmorbia per parlare di agricoltura, di storia, di identità dei nostri luoghi.

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Dal 1° al 3 luglio ci siamo ritrovati nella frazione di Valmorbia per parlare di agricoltura, di storia, di identità dei nostri luoghi.
Lo abbiamo fatto attraverso gli archivi storici e dei bicchieri di vino in compagnia di cittadine e cittadini della nostra Valle e molti visitatori.
Tre giorni ricchi di momenti condivisi e di chiacchiere attorno un tavolo quelli che hanno accompagnato gli abitanti della frazione di Valmorbia in Vallarsa in questo nuovo appuntamento: una piccola pietra all’inizio di un nuovo muretto - rigorosamente a secco - che attende trepidante di crescere e dare vita a nuovi terrazzamenti.
 

 
«La Proloco è sfinita ma contenta per questi tre giorni, – racconta il presidente Luca Campagna. – Abbiamo allacciato relazioni con gli abitanti che hanno aperto le case per aiutarci, e rafforzato i rapporti con gli amici che dalle altre frazioni ci hanno dato supporto nei preparativi e durante la festa.
«Gli appuntamenti ospitati alle Ex Scuole di Valmorbia che grazie a questo luogo - di aggregazione e formazione per molti - acquistano ancora più valore emotivo.
«Ci siamo poi ritrovati anche all’aperto: tra le viuzze e le corti o sui sentieri che ci hanno portato al forte o tra le vigne.
«La risposta, in termini di partecipazione, ci dà fiducia e ci sprona a continuare su questa strada.»
 

 
  Gli appuntamenti - grande risultato di partecipazione
Tanti appuntamenti che hanno visto grande risposta della cittadinanza: dalle oltre settanta persone all’inaugurazione, proseguendo con la sala piena per la proiezione serale e il convegno mattutino.
La pausa pranzo ha richiamato poi più di un centinaio di persone, che hanno potuto assaggiare polenta e cervo o le varianti di pizza agricola. Nel pomeriggio una tavola rotonda tra contadini vallarseri e vignaioli di altri territori ha anticipato una degustazione di vini, dove - ad anticipare i vini dei territori ospiti - sono stati inseriti più di un assaggio dei vini artigianali. In serata spazio alla festa e ai brindisi.
La domenica inizia con calma, tra scarponi da montagna e zaini ben equipaggiati: tutti puntuali per la partenza delle camminate che hanno coinvolto più di quaranta partecipanti di tutte le età. In salita un racconto storico, tra le leggende cimbre e in discesa la ricerca dei muretti e delle piante che abitano le terrazze.
 

 
Il momento finale, raccolto in una delle corti più belle di Valmorbia, ha visto la premiazione dei contadini della Valle, ad oggi 23 totali, che ancora coltivano terrazzamenti e vinificano in casa, senza remunerazioni economiche; solo con uno spirito di tutela del paesaggio e di orgoglio nei confronti del loro prodotto.
Sono stati ringraziati con un tagliere simbolico accompagnato da un brindisi con il loro vin de caneva.
Con grande generosità hanno offerto il loro vino, assaggiato in propositivo confronto con la comunità.
Sarà disponibile fino al 31 agosto Acini di Vite, la mostra che ritrae i vignaioli della valle, allestita tra porte e finestre del piccolo borgo, curata e con le foto di Luca Matassoni, giovane fotografo locale, che si è appassionato al progetto e che proseguirà nei ritratti in un’ipotesi di pubblicazione per le prossime edizioni.


 
 Un tuffo nella storia  
La Proloco si dedica da anni nel tentativo di recupero di una storia che ha contribuito per secoli a forgiare l'identità delle genti di Vallarsa. Una storia affossata e dimenticata che nell'ultimo secolo ha cambiato la percezione di ciò che siamo.
Dopo un lavoro decennale questa storia è emersa ora con forza, grazie ad una mostra allestita alle Ex Scuole e al Convegno correlato con relatori di assoluto livello che hanno saputo raccontarla nel modo più schietto e sincero.

Un grazie va quindi a tutti loro, arrivati anche da lontano, che hanno saputo dare un significativo contributo a questo incontro, oltre a Luca Campagna, presidente della ProLoco e ricercatore; Elena Bianchini Braglia (storica, saggista e presidente centro studi sul Risorgimento); Annibale Salsa (antropologo ed esperto di storia dei popoli Alpini, Presidente centro studi Accademia di Montagna); Osvaldo Tonina (storico e ricercatore); Osvald Mederle (storico e ricercatore, vicepresidente del Museo della Guerra di Rovereto).
 

 
 Uno sguardo a un futuro agricolo  
Il progetto 98 terrazze non è solo un appuntamento, proseguirà nel corso dell’anno, nella riconquista di appezzamenti di terreno, oramai acquisiti dal bosco. Lo scorso fine settimana è stata la partenza di questo progetto, un momento di incontro con vignaioli di altri territori che hanno visto questi terreni e ne hanno compreso e condiviso le potenzialità.
 
Un grazie quindi ai vignaioli che si sono messi a disposizione: Matteo Sega di Barbacan dalla Valtellina, Magdalena Schuster di Befehlhof dalla Val Venosta, Nicola Zanotelli della Cantina Zanotelli in Val di Cembra e Eugenio Rosi, viticoltore della Vallarsa.
Un grazie va poi a Walter Nicoletti che ha mediato il loro incontro e a Massimo Stoffella che ha accompagnato nella passeggiata alla scoperta dei muretti a secco.
 

 
Il processo agricolo montano considera le economie di scopo e non di scala, valorizzando salute del terreno e di chi ci vive, valorizzando i saperi e le culture locali, le tecniche tradizionali e il mantenimento del paesaggio storico frutto di orme di storia e di natura.
Questo sarà l’obiettivo di un nuovo progetto agricolo per la Vallarsa, che inizia in questa piccola frazione, con uno spirito di condivisione che è tipico della cultura contadina delle generazioni passate.
 
Ci salutiamo con un brindisi - rigorosamente con vin de caneva - e osserviamo le nostre montagne, al passaggio dell’uomo su di essere: orme visibili nel disegno di piccole e grandi terrazze sui versanti definite da Alberto Folgheraiter «un pentagramma di muri a secco che disegnano i fianchi della montagna per trattenerne la terra dell’autoconsumo».
L’appuntamento è per il prossimo anno, o ancor prima alla vendemmia, in un’idea di recupero collettivo di alcuni dei 98 terrazzamenti, patrimonio rurale della valle, con la convinzione che attraverso un altro concetto di agricoltura sia possibile dare una nuova ed attuale prospettiva alla civiltà contadina montanara, prima che si tramuti in una storia muta.

Arrivederci al 2023!


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armando 15/07/2022
Anche se si sbandiera questo epico cambiamento bisogna ricordarsi che la bocca mangia come una volta. Speriamo che il ritorno della FAME riporti questi pagliacci di italiani a essere umani. Ultimamente sono veramente ridicoli.
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