Il libro storico della settimana. Un libro da leggere
Titolo: Mussolini estremo Autore: Bertotto Alberto Editore Gino Rossato 2007 Brossura, 330 pagine (Altre recensioni in Pagine di Storia)
Nel periodo della Rsi, la Repubblica
Sociale Italiana (1943-45), Mussolini era affetto da una tetraggine
esistenziale che gli si attagliava addosso come una seconda pelle.
Trascorreva le giornate sul Garda in attesa di tempi migliori e in
balia di ossessionanti ricordi. Pallido, emaciato e con le gote
scavate sotto gli zigomi pronunciati, aveva uno sguardo allucinato
e perso nel vuoto, segno eclatante di una muta disperazione.
Il libro di Alberto Bertotto ripercorre gli ultimi anni della vita
del Duce, dall'attonito Mussolini di Gargnano, alla fuga da Milano
alla volta di Como, all'arresto a Dongo, fino alla fucilazione,
sempre sul Lario, a Giulino di Mezzegra. Il libro si chiude con le
impiccagioni di Mussolini e Claretta Petacci, il 29 aprile 1945 a
Milano, in piazzale Loreto.
Il termine «tetraggine», usato volentieri dall'autore, sta
a indicare la caratteristica di uno stato d'animo cupo, derivante
proprio dall'atmosfera in cui vive il soggetto «affetto da
tetraggine». Insomma, l'ambiente di Mussolini a Gargnano era cupo,
squallido e perfino sinistro, e questo in totale contrasto col
fatto che si trovasse in uno dei luoghi più ameni e tranquilli
dell'alta Italia. Lui stesso aveva un aspetto accigliato,
conseguenza immediata di due stati d'animo: la consapevolezza di
aver scritto importanti pagine di storia e di aver rovinato tutto
alla fine.
La fine… Egli sapeva perfettamente anche quale sarebbe stata la
sua. La singolarità del suo «ritiro» stava poi in quel posto che,
ironia della sorte, era a pochi chilometri dalla prigione dorata
che il suo grande maestro di vita Gabriele d'Annunzio aveva scelto
per passare gli ultimi (peraltro non pochi) anni della sua
vita.