«Confini diversi – Il Fattore Donna dell'economia che verrà»
A Palazzo Geremia quattro imprenditrici raccontano la loro esperienza come donne e come titolari di una propria attività economica
L'evento, promosso da ConSolida (Consorzio di Cooperative Sociali) e dal Comune, è stato presentato da Claudia Gasperotti, coordinatrice del «Tavolo per l'occupazione e l'occupabilità», un organismo nato con lo scopo di progettare iniziative a sostegno dell'occupazione femminile.
Il tema affrontato nell'ambito della manifestazione «Confini diversi» è stato «il Fattore donna dell'economia che verrà».
La coordinatrice, dopo aver introdotto le imprenditrici, ha auspicato che - specie in questo periodo di crisi - le donne riescano essere portatrici di un cambiamento verso un'economia più etica, verso un'economia in cui le parti coinvolte possano entrambe trarne beneficio.
La prima delle donne imprenditrici a raccontare la propria esperienza è stata Pulcherie Sene, senegalese ma trentina d'adozione, la sua storia ha commosso le presenti per la forza e il coraggio che ha dovuto dimostrare per costruire la propria azienda e, nel suo caso, la propria vita.
Infatti, il lavoro le è servito per poter stare accanto al figlio che per varie vicissitudini le era stato portato via.
La sua è stata una vera e propria battaglia per la conquista di uno spazio in un campo tipicamente maschile ed è riuscita a vincere nonostante i numerosi handicap che avrebbero «stroncato» chiunque: donna, bella, di colore, straniera... lei adesso è a capo di una ditta di pulizie.
Spesso ha dovuto subire i pregiudizi della gente. Spesso hanno insinuato che il suo lavoro doveva sicuramente essere una copertura per nascondere altre attività. Tanti sono stati gli ostacoli e le difficoltà incontrati durante il cammino, però lei l'ha spuntata, ce l'ha fatta!
Sene si definisce felice per essere riuscita a realizzare il suo sogno, perché era partita da zero, da sola, in un paese straniero e adesso ha un'azienda con propri dipendenti.
Ma non è serena. Tante le preoccupazioni specie di ordine economico. Tanti i pensieri per il domani.
Ma non tornerebbe indietro. Lo dicono i suoi occhi e la grinta nel raccontare la sua storia personale dolorosa che si intreccia con la sua storia di donna impegnata nel lavoro.
Elvira Romani, di Rovereto, ha deciso con caparbia determinazione che un momento difficile della sua vita poteva e doveva trasformarsi in un'opportunità di lavoro.
Messa in mobilità dall'azienda tessile per cui lavorava come dipendente, ha aperto un piccolo nido d'infanzia, diventando così imprenditrice.
È stata aiutata da Trentino Sviluppo con corsi di formazione e sostegno qualificato. Ha ricevuto il prestito d'onore, un contributo offerto dall'Agenzia del Lavoro, ed è riuscita nella sua impresa personale: costruirsi il futuro. Adesso la sua attività è accreditata e certificata.
Una bella conquista e una bella sfida: cambiare mentalità da dipendente ad imprenditrice.
Flavia Angeli proviene da una famiglia di artigiani, insieme al fratello ha rilevato l'attività di famiglia e adesso dirige un'azienda prettamente maschile, visto che tratta l'estrazione di ghiaia e sabbia.
È convinta (e quando ne parla il suo viso si illumina) che fare rete tra imprenditrici sia una grande risorsa da cui attingere per uno scambio e un confronto continuo su temi comuni.
La sua esperienza con il Tavolo dell'occupazione è stata non solo positiva, ma sente di essere cresciuta come persona, come donna.
Enrica Vinante è titolare di un'impresa di restauro artistico, ha sviluppato un innato talento nel campo dell'arte con studi e corsi di formazione nel settore, adesso dopo aver coinvolto anche il marito nella sua attività ha otto collaboratori e la sua grande speranza è quella di potersi espandere in altri territori.
Un solo rammarico, non è riuscita a vincere sinora nessuna gara d'appalto. Ritiene che il criterio di scelta del prezzo più di basso non premi le aziende che producono con qualità. «Contro certi ribassi del 50% non posso competere», – dichiara con fierezza.
Tutte hanno evidenziato l'importanza della formazione e dell'innovazione per la propria impresa, questi investimenti sono necessari ed importantissimi, per non soccombere e per rimanere a galla in un mercato sempre più concorrenziale.
Quali sono i punti di forza delle donne imprenditrici?
La facilità a comunicare con i dipendenti, a mediare situazioni conflittuali e a trovare soluzioni ai vari problemi. Qualità tipicamente femminili che già mettiamo in pratica quando formiamo una famiglia, che in fondo è anch'essa una piccola impresa.
La difficoltà a conciliare famiglia e lavoro è stata sempre presente nella vita delle quattro donne, tutte mamme e con una propria famiglia, e gestire i propri sensi di colpa è di per sé un'impresa.
Ma tutte sono state concordi nel ritenere che l'aiuto dei propri mariti, delle baby sitter, nidi e scuole materne sono fondamentali.
Ed è altrettanto importante rinunciare ad avere quell'atteggiamento «faccio tutto io» imparando a delegare... E' questa la parola magica.
Minella CHILA'
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